martedì 10 aprile 2012

Alzheimer

L’Alzheimer è il tipo di demenza più comune nella società odierna. Si manifesta soprattutto in età senile, oltre i 65 anni, in pari entità negli uomini e nelle donne. Chi è affetto da Alzheimer deve stare costantemente in compagnia di qualcuno che si prenda cura dei suoi bisogni. Vediamo come l’Alzheimer condiziona la nostra vita e se esiste un modo per prevenire il morbo di Alzheimer.

Che cos’è l’Alzheimer?
L’Alzheimer è una demenza degenerativa, nel senso che i sintomi accrescono progressivamente di gravità. Al verificarsi dei sintomi (elencati nel prossimo paragrafo), è consigliabile fare una Risonanza Magnetica, esame che individua se sono presenti delle placche amiloidi e degli ammassi neuro fibrillari nel cervello. Le cellule del cervello, una volta compromesse, portano questa forma di demenza e la morte dell’individuo.

Come mi accorgo che qualcuno è affetto da Alzheimer?
Il primo sintomo con cui si manifesta l’Alzheimer è la perdita di memoria a breve termine, ossia l’incapacità di ricordare fatti recenti. Successivamente non si è più in grado di ricordare nemmeno fatti datati e a questo si aggiungono stati psicologici negativi: stress, aggressività, sbalzi di umore e stato confusionale. Altre azioni prima semplici, come senso dell’orientamento e elaborazione di un discorso, diventano difficili. Il malato di Alzheimer potrebbe arrecare danno a sé stesso o a chi gli sta vicino senza nemmeno rendersene conto, per questo in pratica, non è più autonomo.

Come curare i malati di Alzheimer
Non è stata ancora individuata una terapia che porti alla completa guarigione del paziente. I parenti prossimi o personale qualificato devono costantemente prendersi cura del paziente per evitare che faccia del male a se stesso.

Come prevenire l’Alzheimer
È stato riscontrato che alcuni fattori potrebbero incidere in qualche misura sulle probabilità di contrarre l’Alzheimer.
Tenere il cervello allenato con attività intellettuali, condurre uno stile di vita sano contraddistinto da una dieta mediterranea, dall’assenza di fumo e di malattie cardiovascolari (ipertensione, diabete) aiutano ad abbassare il rischio di diventare malati di Alzheimer.

mercoledì 21 marzo 2012

Bronchite

La bronchite è una tra le più frequenti malattie che colpiscono l'apparato respiratorio. Nello specifico, la bronchite è una infiammazione che interessa le pareti dei bronchi, che a seconda dei casi si può distinguere in bronchite acuta o bronchite cronica.

Si parla di bronchite acuta quando gli episodi infiammatori sono isolati. Nella bronchite acuta, la mucosi bronchiale è ispessita, arrossata e ricoperta di essudato che può essere mucoide, fibrinoso o purulento. Si parla invece di bronchite cronica quando le infiammazioni si ripetono nel tempo, per un minimo di tre mesi all'anno e per almeno due anni consecutivi. Nella bronchite cronica, la mucosi bronchiale può essere ispessita oppure ridotta di spessore per atrofia sia dell'epitelio di rivestimento sia della muscolatura.

Diversi fattori predispongono allo sviluppo di queste condizioni patologiche. La bronchite acuta è frequentemente il risultato di processi infiammatori delle vie aeree superiori: sinusiti, tonsilliti, riniti. Ma si può verificare anche a causa di malattie infettive come il morbillo, la varicella, la scarlattina, nonché per l'azione di sostanze irritanti o allergizzanti. La bronchite cronica, invece, sembra si possa attribuire nella maggior parte dei casi al fumo di sigaretta, ma non giocano un ruolo secondario l'inquinamento atmosferico, le infezioni e le polveri presenti in molti ambienti di lavoro (miniere, acciaierie).

La bronchite acuta è particolarmente frequente nei bambini e nelle persone di età avanzata, e insorge prevalentemente nelle stagioni fredde. Anche la bronchite cronica è una malattia dell’età avanzata, che interessa più gli uomini che le donne. Se è la bronchite a dominare il quadro clinico, il paziente mostra dei sintomi evidenti. La bronchite acuta è caratterizzata da malessere e stati febbrili solitamente moderati. La tosse è inizialmente rauca, poi inizia a farsi umida e con un espettorato muco-purulento. La bronchite cronica è caratterizzata soprattutto da una tosse intensa e profonda.

La misura terapeutica da adottare in caso di bronchite acuta è essenzialmente il riposo del paziente, nelle forme lievi non è il caso di ricorrere agli antibiotici. Questi sono prescritti quando l’infezione è provocata da batteri o si temono complicazioni. Il trattamento della bronchite cronica è più complesso e prevede la somministrazione di farmaci specifici. In ogni caso il paziente deve cessare di fumare e sottrarsi il più possibile dall’inalazione di sostanze irritanti. Un aiuto alternativo può venire dai rimedi omeopatici o dall’alimentazione, evitando cibi come fritti e latticini, che facilitano la formazione di muco.

Artrite

L'artrite è un’infiammazione che colpisce le nostre articolazioni compromettendone la loro funzionalità. Esistono oltre un centinaio di tipologie differenti di artrite, che si diversificano per cause e zone colpite. Ma tutte queste forme di artrite, seppur diverse, presentano una sintomatologia comune, che si manifesta attraverso gonfiori e dolori della parte interessata. La forma più comune di artrite, della quale ci stiamo per occupare, è l’artrite reumatoide, che colpisce le articolazioni mobili del nostro corpo. In modo particolare sono colpite dall’artrite reumatoide le articolazioni delle mani e dei polsi, dei piedi e delle caviglie, dei gomiti e della colonna vertebrale.


Si tratta di una malattia che agisce in modo progressivo e con il passare del tempo tende a diventare cronica. Sono numerosissime le persone colpite dall’artrite reumatoide, di cui una percentuale più grande è costituita dal sesso femminile. Non c’è un’età specifica in cui la malattia può manifestarsi, ma è stato rilevato che solitamente tende a presentarsi per la prima volta nelle persone che rientrano in una fascia di età che va dai venticinque ai quarantacinque anni. Non sono ancora del tutto chiare le cause che determinano l’artrite reumatoide, nonostante gli studi si stiano muovendo da tempo in questa direzione. Quello che per ora è certo è che il sistema immunitario ha la sua buona parte di responsabilità. Ma vanno annoverate anche altre cause che sono alla base della comparsa dell’artrite reumatoide. Tra queste i fattori ambientali e una componente ereditaria. Per alcuni ricercatori potrebbero concorrere anche dei fattori ormonali, e questo spiegherebbe anche perché ad essere maggiormente colpite dall’artrite siano, come abbiamo detto, proprio le donne. I sintomi cambiano da paziente a paziente e, in taluni casi, anche nello stesso paziente i sintomi tendono a cambiare di giorno in giorno.


Ma comunque i sintomi sono di solito facilmente riconoscibili: al dolore delle articolazioni colpite si accompagna gonfiore, arrossamento, irrigidimento ed una conseguente difficoltà di movimento. Diversi gli esami diagnostici che permettono di rilevare la presenza dell’artrite reumatoide. Il medico potrà evidenziarla tramite esami di laboratorio, mentre attraverso i raggi X e un’ecografia articolare potrà valutare il livello di deterioramento ed infiammazione delle articolazioni. L’artrite reumatoide, a seconda dei casi, verrà curata in maniera diversa. Ma una terapia farmacologica ed una riabilitazione mirata sono tra i modi più efficaci per combatterla, mentre nei casi più gravi si può ricorrere ad interventi chirurgici.

giovedì 1 marzo 2012

Scoliosi

Che cos’è?
La colonna vertebrale in condizioni normali dovrebbe trovarsi nel giusto mezzo del corpo. La sua deviazione verso destra o sinistra prende il nome di scoliosi. Se questa deviazione non è congenita, ma dovuta solo a un atteggiamento sbagliato. A una cattiva posizione tenuta dal bambino, si parla di “atteggiamento scoliotico” o di “scoliosi scolastica”. La colonna vertebrale di norma non è perfettamente dritta, ma forma delle curve; sporge leggermente tra le scapole, s’infossa ai lombi. Queste curve naturali a volte posso essere accentuate provocando brutti vizi di posizione, che se non vengono corretti in tempo, possono trasformarsi in vere e proprie alterazioni scheletriche. Nell’età della scuola il controllo dei genitori deve essere vigile e costante perché coltivare la mente non deve significare deformare il corpo.

Le cause?
La scuola è la grande accusata: false posizioni in banchi spesso irrazionali o di misura sbagliata per il bambino, peso dei libri portati negli zaini, cattiva illuminazione per cui egli legge o scrive piegato, sono le cause di questa disarmonia.
La costituzione e, quindi, i fattori ereditari sono in gran parte responsabili di queste alterazioni del portamento. La scienza ha progredito molto in questi anni e ha trovato i rimedi adatti per combattere questo difetto; così si è stabilito che l’alimentazione ha grande importanza nello sviluppo armonioso. La deficienza nella dieta di sostanze, come le proteine e le vitamine, è causa di molte alterazioni. Il bambino rachitico, ad esempio, presenta ossa molto molli, muscoli senza forza, legamenti più deboli. Anche i disturbi legati al sistema ghiandolare e al ricambio possono influire; i bambini obesi, oppure troppo magri e longilinei presentano spesso queste disarmonie. Un rapporto è stato trovato tra dorso curvo e adenoidi; queste, come tutte le condizioni che ostacolano una normale respirazione, non favoriscono certo lo sviluppo del torace. Ma soprattutto nuociono i metodi di vita sbagliati; un bambino che conduce una vita troppo chiusa, sedentaria, priva di luce o di sole, senza movimento, sarà facilmente vittima di questa patologia. Anche l’esercizio fisico irrazionale però può essere nocivo. Oggi, ad esempio, tra pallone, pattini a rotelle, bicicletta, i ragazzi esercitano nei giochi quasi sempre le gambe, mentre il torace e le braccia vengono adoperati poco; il nuoto, il tennis, sport completi, permettono uno sviluppo più armonico di tutto il corpo. 

Sintomi
I sintomi della scoliosi sono simili a quelli dell’atteggiamento scoliotico e consistono in dolori localizzati più o meno intensi. La diagnosi distintiva è fatta dal medico mediante il Test di Adams.

Come si cura?
Date a vostro figlio un’alimentazione equilibrata e ricca di vitamine, una passeggiata quotidiana, una vita di movimento, giochi e sport razionali, un equipaggiamento per la scuola adatto alla sua statura e alla sua età. Sorvegliate la sua struttura, il suo portamento, e i suoi movimenti senza farne un’ossessione per voi e per lui. Se avete qualche dubbio oltre al controllo del pediatra, chiedete un controllo del medico ortopedico. Qualche ora alla settimana di ginnastica medica, qualche esercizio sportivo eseguito dietro indicazione esatta, ricondurranno vostro figlio alla forma migliore.

Psoriasi

La psoriasi è una malattia della pelle che provoca desquamazione e infiammazione. Si può anche avvertire dolore, gonfiore, sensazione di calore nella zona e  diversa colorazione della pelle, di solito rosa-rossastra. La psoriasi si sviluppa solitamente su gomiti, ginocchia, gambe, cuoio capelluto, parte bassa della schiena, viso, mani e piante dei piedi. Può anche apparire in altri luoghi, come nelle unghie, nei piedi, nei  genitali e addirittura all'interno della bocca.

Chiunque può sviluppare la psoriasi, ma si verifica più spesso negli adulti. In alcuni casi le persone affette da psoriasi presentano una storia familiare con questa malattia. Alcuni geni sono stati collegati alla malattia. La psoriasi ha inizio con un disordine nel sistema immunitario. Questo interessa principalmente i globuli bianchi detti Linfociti T, quelli responsabili alla protezione del corpo da infezioni e malattie. Nella psoriasi questi linfociti si attivano in modo inappropriato causando problemi alla pelle.

Alcuni fattori esterni possono scatenare un peggioramento nei sintomi della psoriasi. Tali fattori possono includere: infezioni, stress psicologico, cambiamenti climatici che asciugano la pelle e alcuni farmaci. Per diagnosticare la psoriasi il medico esaminerà un piccolo campione della pelle al microscopio.  Il trattamento per la psoriasi dipende dalla gravità della malattia e dalle dimensione delle placche di psoriasi.

Il trattamento dei sintomi della psoriasi include per lo più farmaci di tipo topico o locale, consiste quindi nell’uso di creme e unguenti che sono volti a ridurre l'infiammazione. Una terapia oggi abbastanza usata per la cura della psoriasi è la fototerapia. Essa utilizza la luce ultravioletta del sole o la luce ultravioletta artificiale come cura. Queste cure possono includere fototerapia con UVB, oppure con UVA e farmaci psoraleni, questa terapia è anche detta fotochemioterapia o PUVA terapia. Il trattamento PUVA utilizza una combinazione di luce ultravioletta con un farmaco che sensibilizza la pelle alla luce. I rischi di queste terapie riguardano l’insorgenza di tumori cutanei, quindi le terapie vanno effettuate sotto stretto controllo medico.

mercoledì 22 febbraio 2012

Aneurisma cerebrale

Un aneurisma cerebrale è un difetto dei vasi sanguigni o delle arterie presenti nel cervello. Le vene formano dei rigonfiamenti di forma sacculare o allungata. Le cause di un aneurisma celebrale sono varie. Normalmente questi aneurismi sono congeniti, ovvero già presenti alla nascita, ma in alcuni casi sono conseguenza di tumori, traumi o infezioni. Un aneurisma può restare invariato per tutta la vita, in altri casi invece può causarsi una frattura dovuta all’indebolimento della parete arteriosa dell’aneurisma, con conseguente emorragia.

Esistono malattie che predispongono allo sviluppo di aneurismi, come ad esempio: malattia del rene policistico, sindrome di Marfan, displasia fibromuscolare… Alcuni fattori che accrescono il rischio di sviluppare un aneurisma cerebrale sono: il fumo, l’ipertensione e l’assunzione di alcuni farmaci, come quelli per il controllo delle nascite.

I sintomi dell’aneurisma non esistono fino a che non si verifica una rottura aneurismatica, in tal caso l’entità dei sintomi dipenderà dalle dimensioni e dalla posizione del sanguinamento. I sintomi vanno da un semplice stato di irritazione meningea alla morte improvvisa. Il quadro di emorragia meningea è caratterizzato da fortissimo mal di testa, prevalentemente di tipo occipitale, con possibile presenza di torcicollo, nausea, vomito e visione offuscata o doppia. La rottura dell’aneurisma si può anche verificare come un ictus, con tutti i sintomi che procura quest’ultimo. Il trattamento dell’aneurisma inizia con una radiologia (TAC) ed eventualmente un’angiografia. Si prosegua solitamente col somministrare acido tranexamico e con dei calcioantagonisti (nimodipina). L'edema cerebrale si tratta con diuretici osmotici. Il trattamento dell’aneurisma cerebrale include quasi sempre la neurochirurgia. Questa procedura consiste nel clippaggio, ovvero nel chiudere la base dell'aneurisma con delle graffette e dei punti di sutura che impediscono il flusso del sangue attraverso l’aneurisma. In altri casi, un'alternativa alla chirurgia può essere quella di inserire delle bobine speciali o stents (endoprotesi vascolari) nell’aneurisma attraverso le arterie, causando la formazione di un coagulo che prevenga ulteriori emorragie. Questo metodo è considerato meno invasivo della chirurgia del cervello e in determinate circostanze è ritenuta la miglior forma di trattamento.

Amniocentesi

L’amniocentesi è un test effettuato durante la gravidanza. Esso consiste nel rimuovere una piccola quantità di liquido amniotico dal sacco che circonda il feto, con lo scopo di verificare la presenza di difetti del feto alla nascita e problemi cromosomici. L’amniocentesi si esegue generalmente tra la 16° e la 18° settimana di gestazione, l’amniocentesi tardiva può eseguirsi dopo la 20° settimana.

L'amniocentesi viene effettuata in ambiente ambulatoriale ospedaliero. Il medico provvede a trovare l'esatta posizione del bambino grazie all'esecuzione di un’ecografia. Una volta pulita la pelle sulla zona addominale della madre è possibile applicare un farmaco paralizzante, ovvero un anestetico locale. Dopo di che il medico inserisce un ago lungo e sottile attraverso l'addome fino all’interno dell’utero. Il medico aspira una piccola quantità di liquido dal sacco amniotico, il quale è pieno del fluido che circonda il feto.

Il test prevede che la madre abbia la vescica piena affinché l'ecografia riesca al meglio. Non ci sono restrizioni su cibi o bevande da non assumere. Prima dell’amniocentesi è necessario prelevare un campione di sangue per determinare il gruppo sanguigno e il fattore Rh. L’amniocentesi non è particolarmente dolorosa, si può semplicemente avvertire un dolore acuto della durata di pochi secondi quando l’ago entra nel grembo.

L’amniocentesi è in grado di verificare anomalie cromosomiche come: anencefalia, sindrome di Down, malattie ereditarie metaboliche, spina bifida e altri problemi strutturali. A gravidanza più avanzata il test può essere utilizzato per identificare problemi quali infezioni e incompatibilità Rh.

A volte questo test viene fatto alla fine della gravidanza per determinare se i polmoni del bambino sono abbastanza sviluppati qualora sia necessario un parto prematuro.

I rischi dell’amniocentesi non sono alti, comunque in alcuni casi possono comportare infezioni o lesioni al bambino, aborto spontaneo, fuoriuscita di liquido amniotico o sanguinamento vaginale. In casi di amniocentesi tardiva si possono verificare casi di travaglio o parto prima del termine.

Allattamento

L' allattamento è l’alimentazione di un neonato mediante il latte materno. L'OMS e l'UNICEF sottolineano che l’allattamento è l’unico modo, e anche il migliore, per garantire il nutrimento ideale alla crescita e allo sviluppo del bambino. L'allattamento al seno esclusivo è raccomandato come alimentazione ideale per i primi sei mesi di vita del neonato. Si consiglia inoltre di continuare l'allattamento al seno anche dopo i sei mesi, mentre il bambino sta imparando ad assumere altri alimenti complementari al latte. L’allattamento al seno può essere prolungato fino ai 2 anni di vita del bambino, e anche oltre.

L’allattamento al seno è quindi raccomandabile nella maggior parte dei casi. E’ invece da sconsigliarsi in cui la madre soffra di malattie come: AIDS, herpes simplex e galattosemia. Nei bambini con meno di 15 giorni di vita l’herpes simplex può produrre un'infezione potenzialmente mortale. Le madri affette da herpes simplex nel capezzolo del seno dovrebbero quindi evitare l’allattamento. Anche le persone con herpes labiale non dovrebbero baciare il bambino.

Durante l’allattamento è anche buona norma evitare di fumare, in quanto l'esposizione passiva dei bambini al tabacco è associata ad un aumento del rischio di malattie delle basse vie respiratorie, come otite, asma e sindrome da morte improvvisa. Anche l’assunzione di molti farmaci da parte della madre passa al nascituro attraverso il latte materno. E’ quindi importante consultare il medico per sapere come comportarsi nei casi in cui la madre necessiti per forza di un determinato farmaco. Durante il primo anno di vita del bambino si sconsiglia la nutrizione del bambino con latte di vacca, in quanto può causare anemie e altri problemi. Dopo i primi 6 mesi di allattamento al seno il bambino potrà invece integrare la sua dieta con omogeneizzati e preparati a base di frutta (i migliori sono a base di mela, pera e banana), verdure e pappe a base di pesce o carni o triturate.

mercoledì 15 febbraio 2012

Argiria

L’argiria è un cambiamento della cute che porta la pelle ad assumere un colorito grigiastro.
Quando questa malattia si sviluppa nei geni,  questo cambiamento rimane permanente. Non comporta dei gravi problemi, ma sicuramente risulta essere antiestetico.
E’ un problema che ad oggi colpisce pochissime persone al mondo.

Le cause :
Le cause di questo mutamento sono dovute all’ingestione o inalazione di componenti dell’argento. Infatti chi si sottopone a terapie in cui bisogna assumere polveri d’argento, può succedere che possa poi riscontrare tale patologia.
Non è una malattia contagiosa.

I sintomi dell’argiria:
Si possono accusare diversi sintomi come vomito, nausea, diarrea, bruciature in gola. Nei casi più gravi si nota una mutazione del colore della pelle che tenderà ad incupirsi fino ad ottenere un colore grigiastro.
Chi assume per molto tempo particelle di argento non riscontrerà vomito, ma si noterà subito il cambiamento della pelle. Purtroppo nei casi gravi si può morire.

Le cure:
Per la cura di questa malattia esperti stanno studiando dei trattamenti laser sulla pelle. Vengono somministrati inoltre vitamina E e selenio.
A chi invece ingerisce grandi quantità di sostanze d’argento per tentare il suicidio, viene effettuata un’immediata lavanda gastrica. Chi è costretto a una terapia in cui entra a contatto con tali sostanze, 
deve sospendere tale cura.

Afta

L’afta è un’ulcera della bocca causata dalla lacerazione delle mucose. Nei casi più gravi, in cui la ferita è multipla, si parla di ulcera aftosa.

Nel gergo comune viene chiamata afta o fiacchetta, ma il suo nome scientifico è ulcera aftosa o stomatite aftosa.
Si può formare nelle mucose all’interno della cavità orale in prossimità delle labbra, sul palato o nelle zone vicino alla chiusura della mandibola.


Le Cause: una causa che contribuisce al formarsi dell’afta è il disordine della flora batterica intestinale. Cause più frequenti sono invece semplici gesti quotidiani come portare oggetti sporchi a contatto con la mucosa orale, ma non solo.Un forte contributo è da dato anche dallo stress, mancanza di ferro e vitamine.
Alcune persone hanno invece una predisposizione a questo problema che può presentarsi semplicemente mangiando del cioccolato,pomodori o insaccati, uso prolungato di antibiotici, assunzione di bevande e cibi troppo caldi.
Altre persone più a rischio sono i celiaci , che se entrano a contatto con prodotti che contengono grano, possono riscontrare formazione di afte.

Le forme:
  • Stomatite aftosa : è la più diffusa nel cavo orale, colpisce già a partire dai 5 anni e si può riformare con l’avanzare dell’età.

  • Afta minore: nonostante il suo nome è in assoluto la più diffusa, colpisce sia adulti che bambini, con ulcere su lingua e gengive poco dolorose.

  • Afta maggiore: è semplicemente un’afta minore ma di diametro superiore ai 6 mm, nei casi più gravi raggiunge anche più di 1 cm di diametro. Rende difficile e doloroso alimentarsi.

  • Afta erpetiforme: compaiono contemporaneamente dalle 10 alle 100 ulcere, piccole e dolorose. Colpisce maggiormente le donne.


I sintomi: ci si può accorgere di avere dell’afte quando si sente un bruciore nelle pareti delle mucose che diventerà una bolla entro qualche giorno.
Si noterà un’apertura in genere di 3/ 4 millimetri  di colore bianco che causerà dolore e bruciore.
Il colore bianco è dovuto alla coagulazione del sangue che forma una proteina chiamata fibrina. Se toccata, l’ulcera causa un forte dolore che può provocare l’infiammazione dei linfonodi presenti sotto la mandibola. Per questo spesso viene confusa con il mal di denti.
Le ulcere possono durare da 1 a 4 settimane provocando dolore e talvolta febbre.


Le cure:

Non essendo note le cause specifiche non esistono cure precise. Generalmente le afte scompaiono spontaneamente in qualche settimana.
Per alleviare il dolore e ridurre i tempi di guarigione è consigliabile applicare una bustina di tè imbevuta d’acqua sulle ulcere. Per una diagnosi più accurata è sempre preferibile consultare uno specialista.

venerdì 27 gennaio 2012

Alopecia areata

L'alopecia areata (termine medico per indicare la calvizie) è un fenomeno ricorrente di perdita di capelli. A livello clinico si manifesta in molti modi diversi. Anche se benigna (non ha conseguenze precise sulla salute dell'individuo), l'alopecia areata può causare enormi sofferenze nella psicologia personale e nel rapporto del singolo con la società.

Cominciamo con il dire che si tratta di una malattia autoimmune: è lo stesso sistema immunitario della persona che attacca il proprio corpo, nello specifico i follicoli piliferi. Quando ciò accade, i capelli cominciano a cadere. In alcuni casi la perdita è circoscritta solo ad alcuni punti (zona nettamente definita), in altri la perdita è estesa e porta per intero allo scoperto il cuoio capelluto. La causa per cui il sistema immunitario, che è stato progettato per proteggere il corpo da invasori estranei quali virus e batteri, attacca i follicoli dei capelli, è ancora sconosciuta.

In tutto il mondo la scienza medica e le case farmaceutiche e cosmetiche si stanno prodigando contro questa malattia e sono in corso ricerche per determinare il miglior trattamento. Solo in alcuni casi l'alopecia areata è associata ad altre malattie, il più delle volte le cause sono di tipo ereditario e perlopiù sconosciute.

Il trattamento include corticosteroidi, iniezioni di steroidi direttamente sulle macchie senza peli, unguenti, pomate o creme contenenti steroidi, soluzione di minoxidil, Anthralin, farmaci sulfamidici, sensibilizzanti topici, ciclosporina, fotochemioterapia o terapie alternative.

Per la prevenzione è consigliabile l'uso costante di creme solari, importanti a difendere il cuoio capelluto, il viso e tutte le zone esposte. Occhiali da sole, parrucche, cappelli, sciarpe oltre a proteggere dal sole, in inverno aiutano a mantenere la testa calda. C'è anche poi una pomata antibiotica che, applicata all'interno delle narici, aiuta a proteggere contro gli organismi invasori.

Adenocarcinoma

Un adenocarcinoma è un tumore originario del tessuto ghiandolare: le cellule maligne vengono generate, nella maggior parte dei casi, nell'intestino, nell'utero e nelle ghiandole mammarie, dando luogo a metastasi polmonari. Il termine deriva da 'adeno' (appartenente ad una ghiandola) e 'carcinoma' (cancro che si è sviluppato nelle cellule epiteliali).

L'adenocarcinoma coinvolge infatti una categoria più larga di tessuti nota come tessuto epiteliale (pelle, ghiandole e una varietà di altri tessuti che riveste la cavità e organi del corpo - ectoderma, endoderma e mesoderma). Per essere classificate come adenocarcinoma, le cellule non hanno necessariamente bisogno di essere parte di una ghiandola, basta che abbiano proprietà secretoria (funzione esocrina della cellula).

Verificando la colorazione delle cellule con una biopsia, un dottore può stabilire se si tratta di un adenocarcinoma, un tumore che è più frequente nelle donne ed è possibile trattare efficacemente  con la chirurgia se è riconosciuto con tempestività. L'adenocarcinoma è dovuto a fattori diversi, in taluni casi anche genetici e all'esposizione ad ambienti diversi, forse anche a diversi ormoni che le donne hanno rispetto agli uomini.

Il trattamento è di tipo chirurgico, rimuovere tutte le cellule cancerose e sottoporsi a chemioterapia e radioterapia per evitarne la nuova insorgenza.

Questa malattia può colpire chiunque: anche chi ha vissuto una vita sana non ne è al riparo, ma chi ha scarsa cura del proprio corpo è sicuramente più a rischio. Una dieta sana ed esercizio fisico regolare diminuiscono il rischio, ma fattori ambientali e genetici intervengono spesso.

Acne

L'acne è una malattia della pelle causata da una produzione eccessiva di sebo che provoca l’ostruzione del canale pilo-sebaceo, dando il via a una spirale infiammatoria che porta fino alla formazione delle classiche pustole. Una delle forme più diffuse è quella dovuta al testosterone, che colpisce i giovani. In alcuni casi l’acne può essere causato anche da episodi reiterati di stitichezza, dall’utilizzo di prodotti eccessivamente oleosi e da un consumo eccessivo di farmaci.

Si possono individuare diverse forme di acne a seconda che prevalgano dei punti neri, detti comedoni, o le classiche pustole. Nel primo caso abbiamo:
-Acne volgare: i comedoni si formano in particolare su viso, torace, schiena e braccia. L’acne volgare colpisce soprattutto gli adolescenti ed è causato dall’aumento di produzione di testosterone.
- Follicolite da gram-negativi: la formazione di comedoni, in questo caso, è causata da batteri. Può infatti emergere al termine di una terapia antibiotica.
- Acne venerata: questa forma di acne è causata dall’utilizzo di sostanze tossiche come cosmetici o oli. I comedoni non compaiono sul viso bensì laddove la pelle è entrata in contatto con il prodotto.

Nel secondo invece:
Acne rosacea: si creano pustole di dimensioni grandi sul viso. Queste sono accompagnate da una vistosa dilatazione dei vasi sanguigni nella zona circostante. L’acne rosacea, se cronica, può portare a problemi agli occhi.
- Psueodofollicolite: è un’infiammazione che porta alla creazione di pustole alla base del pelo.
- Dermatite perorale: si manifesta con pustole localizzate intorno a naso, bocca e sul mento.

Per curare questa malattia è necessaria una valutazione medica.
Le cure sono tra le più svariate e vanno dall'uso di creme e lozioni a base di vitamina, fino ad arrivare alla somministrazione di antibiotici o l'assunzione della pillola. In casi estremi può essere necessario ricorrere all’intervento del chirurgo per una dermoabrasione o per una terapia al laser. Una regola condivisa è quella della massima igiene: è necessario lavarsi spesso la pelle e il cuoio capelluto.