mercoledì 8 giugno 2011

Anoressia


"Astensione prolungata e volontaria dal cibo", questa potrebbe essere la definizione tecnica del disturbo dell’alimentazione noto come anoressia. Ma essendo disturbo psichico, occorre andare oltre l’analisi esterna e scientifica di questo sintomo esterno che è il rifiuto del cibo.

Un’ altra definizione efficace e che molti esperti psicologi usano è “malattia dell’amore”. La persona anoressica fa del male al suo corpo per colmare delle lacune affettive che creano senso di inadeguatezza e la spingono a cercare la perfezione, magari proprio per attrare quell’amore che pensa di non avere o di non meritarsi.
Definire univocamente l’anoressia è complicato, poiché La complessità di questo disturbo è tale da poter essere analizzato da molteplici punti di vista . ha infatti implicazioni oltre che nutrizionali, psicologiche, psichiatriche, gastroenterologiche. Questa malattia che prima di ogni altra cosa è un disagio esistenziale profondo Investe la percezione di se, il rapporto con il proprio corpo e la relazione con il prossimo. È considerata una malattia della modernità perché secondo gli psicologi è alimentata dalla stereotipizzazione della bellezza femminile in un ideale di magrezza irraggiungibile tipico delle starlettes della televisione.
Il ministero della sanità ha lanciato numerose campagne per la prevenzione e la cura di anoressia e bulimia riassunte nella frase “Se ami qualcuno dagli peso”. Ed è stato scelto un concetto chiave, perché l’anoressico non riconoscerà mai, tranne rari casi, di avere questo problema perché ricorrere ad una struttura significherebbe un ostacolo nel suo obiettivo di essere magro e perché ammettere di essere malati è dura, per chi punta all’assoluta perfezione.
Quindi se sospetti che un tuo amico o parente ne sia colpito non esitare a chiedere maggiori informazioni nei centri specializzati (l’Aba è il più capillare in Italia), oppure se tu in prima persona vuoi avere un sostegno perché avverti un disagio collegato alla dimensione cibo, corpo ed autostima.

L’anoressia, se prolungata, porta all’indebolimento delle ossa (osteopenia), danni permanenti e morte, ma dall’anoressia si può guarire, e non solo essendo trattenuti in vita dai ricoveri, si può guarire profondamente con forza di volontà e fiducia nelle strutture a cui ci si rivolge.