mercoledì 18 maggio 2011

Sciatica

La sciatica è un disturbo nervoso che causa dolore nella parte bassa della schiena e delle gambe. Il suo nome deriva dal nervo sciatico, il più lungo in tutto il corpo. La sua lunghezza esteso fa si che il nervo grande sciatico sia quello più particolarmente vulnerabili alla pressione o alle lesioni, provocando dolore.

Sintomi

La sciatica di solito parte con un improvviso dolore che rende inabili ai lavori più semplici. Il dolore ha spesso una distribuzione uniforme lungo tutto il nervo sciatico. Di solito inizia nella regione lombare si estende per glutei, coscia, gamba, e più in basso fino al piede. I principali sintomi della sciatica sono: dolore nella parte inferiore della schiena che si diffonde alla gamba (può variare da un leggero fastidio ad una sensazione di forte bruciore), intorpidimento o formicolio al polpaccio, perdita di riflesso del nervo del ginocchio, debolezza muscolare nella gamba o nel gluteo, oppure del piede, fino a incontinenza o di disfunzione sessuale.

Le cause della sciatica possono essere svariate: qualsiasi pressione, lesione, spasmo muscolare, tensioni alla schiena e infiammazione che colpisce il nervo sciatico, il quale può trasformarsi poi in sciatica. Nella maggior parte dei casi comunque la fonte del problema è un'ernia del disco intervertebrale.

Cure

Nei casi di eventuali mal di schiena gravi e persistenti è opportuno recarsi dal medico per evitare il pericolo di un invalidità permanente. Il medico a sua volta valuterà se mandarci da un neurologo o ortopedico per diagnosi e trattamenti.
Per eseguire una corretta diagnosi, il medico può ordinare una vasta gamma di test come: l'esame obiettivo della schiena e delle gambe, tomografia computerizzata (CT) per le immagini della sezione trasversale, esame a raggi X per individuare anomalie anatomiche, risonanza magnetica per l'eventuale diagnosi di un ernia discale

Nella maggior parte dei casi il trattamento che ci verrò prescritto sarà atto a trattare la causa sottostante o i sintomi. Si prescriveranno quindi degli anti-infiammatori, come ibuprofene per lenire i dolori. Nei casi più gravi sarà richiesto un intervento chirurgico per rimuovere un'ernia del disco o una eventuale pressione ossea artritica, così da alleviare il nervo.

Per la prevenzione della sciatica si raccomanda praticare un regolare esercizio fisico così da mantenere la forza muscolare nella schiena e nell'addome. Anche cercare di mantenere un peso ideale è utile perchè la schiena non faccia eccessivi sforzi. Prima di praticare nuovi sport o nuovi lavori è importante apprendere i movimenti corretti richiesti, così da non affaticare la schiena. Se si hanno episodi di problemi alla schiena è importante scegliere sport che non includono sforzi eccessivi della colonna. Sono ideali sport come camminare, nuotare, andare in bicicletta, mentre è meglio evitare tennis, bocce e sollevamento pesi.

mercoledì 11 maggio 2011

La gastrite


La gastrite colpisce migliaia di soggetti indistintamente dal sesso e dall’età. Può, infatti, colpire sia soggetti maschili e sia femminili, e allo stesso modo individui in età infantile, e sia adulti. Le cause che provocano la gastrite dipendono maggiormente da una cattiva alimentazione, che nel lungo periodo può generare una forte infezione della mucosa gastrica, nonché delle pareti interne dello stomaco. Questo disturbo se trascurato, può seriamente compromettere la salute dell’individuo, arrecando disturbi ancor più seri di quelli presenti, tramutandola in gastrite emorragica. La gastrite può presentarsi sotto due specifici aspetti con sintomatologie differenti e con gravità diverse. La gastrite si divide in cronica e acuta.

La gastrite acuta è la forma che si conosce maggiormente e che colpisce più frequentemente. Questa riporta i classici sintomi che sono: gonfiore addominale, e bruciore dello stomaco soprattutto nella condizione fisiologica in cui il soggetto è lontano dai pasti. Le terapie per curare la gastrite acuta prevedono l’assunzione di antiacidi finché l’infezione non sia completamente rientrata, e la mucosa gastrica ritorni nelle sue normali condizioni fisiche. Inoltre il soggetto colpito da gastrite acuta è invitato dal proprio medico curante, a ripetere durante la giornata piccoli spuntini ma continui, con lo specifico scopo di non lasciare mai lo stomaco completamente vuoto. Nei casi più gravi i sintomi possono aggravarsi portando: nausea, vomito, ed anche episodi emorragici, e febbre. Gli effetti della gastrite acuta generalmente in seguito alla giusta somministrazione dei farmaci indicati, scompaiono in pochi giorni, di solito dopo 48 ore.
La gastrite cronica invece non ha la caratteristica erosiva. I suoi sintomi sono legati ad una chiara difficoltà digestiva, e in casi particolari può comportare una inusuale e insolita stanchezza, dovuta alla comparsa di episodi tipici dell’anemia. Quest’ultima nasce soprattutto quando l’organismo subisce la mancanza della vitamina B12. Questo effetto è da imputare a un lavoro inefficiente della mucosa gastrica, che impedisce l’assorbimento della vitamina predetta. Di fatti l’aggravamento della gastrite cronica si suddivide in altri due sottocategorie: atrofica e ipertrofica. La prima interessa la riduzione dell’ispessimento della mucosa gastrica, la seconda come conseguenza avversa, presenta un forte ispessimento di quest’ultima.
La diagnosi della gastrite avviene in seguito ad una precisa anamnesi del medico curante, che in seguito ai vari casi, e alla ripetitività del disturbo, prescriverà esami specifici, come quello gastroscopio.

Le terapie prescritte oltre alla somministrazione di antiacidi, nel caso la malattia presenti effetti particolarmente gravosi per il paziente, deve essere integrata con la somministrazione di antibiotici e protettori della mucosa gastrica.

lunedì 2 maggio 2011

Linfoma

Il linfoma è una forma di neoplasia che colpisce il sistema linfatico e rappresenta la quinta causa di mortalità, tra quelle di origine tumorale, a livello mondiale. Si manifesta, in genere, con l’ispessimento non dolente di uno o più linfonodi di superficie, gli organi che filtrano la linfa che proviene dai tessuti e che si trovano, nei punti cruciali delle vie linfatiche (collo, addome, inguine, ascelle). L’ispessimento è accompagnato, in genere, da una temperatura corporea particolarmente elevata, sudorazione eccessiva, prurito in tutto il corpo, improvvisa perdita di peso non altrimenti spiegabile, associata a tosse e difficoltà respiratorie, nel caso il linfoma interessi il mediastino o i polmoni, diarrea e anoressia, ove abbia colpito la zona dello stomaco e dell’intestino, e ancora, a disturbi della personalità, confusione mentale e difficoltà nella parola, se il tumore è arrivato ad infiltrarsi nel sistema nervoso centrale.


Si suole distinguere due principali tipi di linfoma: il linfoma Non Hodgkin (LNH) , noto anche come linfogranuloma maligno, e quello di Hodgkin, caratterizzato rispetto al primo dalla presenza di una particolare cellula tumorale detta Reed-Sternberg, dal nome dello studioso che per primo la identificò, assente nel LNH.

La prima cosa da fare, alla comparsa dei sintomi, è rivolgersi ad un endocrinologo perché prescriva i necessari approfondimenti diagnostici. In genere la diagnosi verrà effettuata a seguito della biopsia linfonodale dopo aver provveduto all’asportazione chirurgica del linfonodo. Seguiranno, a seconda dei casi, analisi del sangue, radiografia al torace, ecografia, TAC ed eventualmente biopsia del midollo osseo e risonanza magnetica nucleare (RMN).


Una volta accertata, la malattia viene trattata con terapia radio e chemioterapica secondo il protocollo di cura nazionale. Nei casi più complessi in cui è necessario un trattamento particolarmente intensivo può essere necessario procedere all’inserimento nella vena del collo di un catetere detto CVC (catetere venoso centrale) attraverso cui alleviare le sofferenze del malato evitandogli il fastidio di continue iniziazioni di farmaci e prelievi di sangue.