martedì 19 aprile 2011

Osteoporosi

L'osteoporosi è una malattia degenerativa dello scheletro che comporta una riduzione della massa ossea e un deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo. La densità delle ossa quindi diminuisce, causando dolori (generalmente alla schiena) e fratture (spesso al polso e al femore. Allo stato attuale, non è possibile fermare il processo di deterioramento, ma solo rallentarlo.

L'osteoporosi è causata da una progressiva carenza di proteine e minerali nelle ossa che provoca un indebolimento e un aumento della porosità delle ossa, e colpisce in prevalenza le donne dopo la menopausa, a causa di un consistente calo della produzione di ormoni sessuali.

Le forme di osteoporosi sono 3: l'osteoporosi primitiva o idiopatica, che è la forma più ricorrente e che colpisce in prevalenza donne o uomini molto anziani, essendo causata da una carenza di calcio; l'osteoporosi secondaria, che colpisce anche individui giovani in quanto conseguenza di altre patologie, ad esempio tiroidee, oppure di un'assunzione eccessiva di cortisone; osteoporosi complesse, ossia tutte le altre, legate a fattori come dialisi, trapianto di organi e gravidanza.

L'osteoporosi può avere come sintomo un dolore alla schiena, in quanto l'indebolimento della colonna vertebrale può provocare uno schiacciamento delle vertebre e quindi dolore, ma per il 70% circa delle persone essa resta asintomatica finché non si verifica una frattura, generalmente del femore.

Non esistendo una terapia curativa, il metodo migliore per evitare l'osteoporosi resta la prevenzione, praticando cioè frequentemente attività fisica e seguendo una dieta ricca di calcio e di vitamina D. Ad oggi i trattamenti farmacologici servono solo a rallentare il peggioramento della malattia, ma non a guarire i pazienti, sebbene negli ultimi anni si stia facendo strada la terapia TOS (Terapia ormonale sostitutiva) per fermare la perdita di calcio e quindi il deterioramento osseo.