martedì 10 aprile 2012

Alzheimer

L’Alzheimer è il tipo di demenza più comune nella società odierna. Si manifesta soprattutto in età senile, oltre i 65 anni, in pari entità negli uomini e nelle donne. Chi è affetto da Alzheimer deve stare costantemente in compagnia di qualcuno che si prenda cura dei suoi bisogni. Vediamo come l’Alzheimer condiziona la nostra vita e se esiste un modo per prevenire il morbo di Alzheimer.

Che cos’è l’Alzheimer?
L’Alzheimer è una demenza degenerativa, nel senso che i sintomi accrescono progressivamente di gravità. Al verificarsi dei sintomi (elencati nel prossimo paragrafo), è consigliabile fare una Risonanza Magnetica, esame che individua se sono presenti delle placche amiloidi e degli ammassi neuro fibrillari nel cervello. Le cellule del cervello, una volta compromesse, portano questa forma di demenza e la morte dell’individuo.

Come mi accorgo che qualcuno è affetto da Alzheimer?
Il primo sintomo con cui si manifesta l’Alzheimer è la perdita di memoria a breve termine, ossia l’incapacità di ricordare fatti recenti. Successivamente non si è più in grado di ricordare nemmeno fatti datati e a questo si aggiungono stati psicologici negativi: stress, aggressività, sbalzi di umore e stato confusionale. Altre azioni prima semplici, come senso dell’orientamento e elaborazione di un discorso, diventano difficili. Il malato di Alzheimer potrebbe arrecare danno a sé stesso o a chi gli sta vicino senza nemmeno rendersene conto, per questo in pratica, non è più autonomo.

Come curare i malati di Alzheimer
Non è stata ancora individuata una terapia che porti alla completa guarigione del paziente. I parenti prossimi o personale qualificato devono costantemente prendersi cura del paziente per evitare che faccia del male a se stesso.

Come prevenire l’Alzheimer
È stato riscontrato che alcuni fattori potrebbero incidere in qualche misura sulle probabilità di contrarre l’Alzheimer.
Tenere il cervello allenato con attività intellettuali, condurre uno stile di vita sano contraddistinto da una dieta mediterranea, dall’assenza di fumo e di malattie cardiovascolari (ipertensione, diabete) aiutano ad abbassare il rischio di diventare malati di Alzheimer.

mercoledì 21 marzo 2012

Bronchite

La bronchite è una tra le più frequenti malattie che colpiscono l'apparato respiratorio. Nello specifico, la bronchite è una infiammazione che interessa le pareti dei bronchi, che a seconda dei casi si può distinguere in bronchite acuta o bronchite cronica.

Si parla di bronchite acuta quando gli episodi infiammatori sono isolati. Nella bronchite acuta, la mucosi bronchiale è ispessita, arrossata e ricoperta di essudato che può essere mucoide, fibrinoso o purulento. Si parla invece di bronchite cronica quando le infiammazioni si ripetono nel tempo, per un minimo di tre mesi all'anno e per almeno due anni consecutivi. Nella bronchite cronica, la mucosi bronchiale può essere ispessita oppure ridotta di spessore per atrofia sia dell'epitelio di rivestimento sia della muscolatura.

Diversi fattori predispongono allo sviluppo di queste condizioni patologiche. La bronchite acuta è frequentemente il risultato di processi infiammatori delle vie aeree superiori: sinusiti, tonsilliti, riniti. Ma si può verificare anche a causa di malattie infettive come il morbillo, la varicella, la scarlattina, nonché per l'azione di sostanze irritanti o allergizzanti. La bronchite cronica, invece, sembra si possa attribuire nella maggior parte dei casi al fumo di sigaretta, ma non giocano un ruolo secondario l'inquinamento atmosferico, le infezioni e le polveri presenti in molti ambienti di lavoro (miniere, acciaierie).

La bronchite acuta è particolarmente frequente nei bambini e nelle persone di età avanzata, e insorge prevalentemente nelle stagioni fredde. Anche la bronchite cronica è una malattia dell’età avanzata, che interessa più gli uomini che le donne. Se è la bronchite a dominare il quadro clinico, il paziente mostra dei sintomi evidenti. La bronchite acuta è caratterizzata da malessere e stati febbrili solitamente moderati. La tosse è inizialmente rauca, poi inizia a farsi umida e con un espettorato muco-purulento. La bronchite cronica è caratterizzata soprattutto da una tosse intensa e profonda.

La misura terapeutica da adottare in caso di bronchite acuta è essenzialmente il riposo del paziente, nelle forme lievi non è il caso di ricorrere agli antibiotici. Questi sono prescritti quando l’infezione è provocata da batteri o si temono complicazioni. Il trattamento della bronchite cronica è più complesso e prevede la somministrazione di farmaci specifici. In ogni caso il paziente deve cessare di fumare e sottrarsi il più possibile dall’inalazione di sostanze irritanti. Un aiuto alternativo può venire dai rimedi omeopatici o dall’alimentazione, evitando cibi come fritti e latticini, che facilitano la formazione di muco.

Artrite

L'artrite è un’infiammazione che colpisce le nostre articolazioni compromettendone la loro funzionalità. Esistono oltre un centinaio di tipologie differenti di artrite, che si diversificano per cause e zone colpite. Ma tutte queste forme di artrite, seppur diverse, presentano una sintomatologia comune, che si manifesta attraverso gonfiori e dolori della parte interessata. La forma più comune di artrite, della quale ci stiamo per occupare, è l’artrite reumatoide, che colpisce le articolazioni mobili del nostro corpo. In modo particolare sono colpite dall’artrite reumatoide le articolazioni delle mani e dei polsi, dei piedi e delle caviglie, dei gomiti e della colonna vertebrale.


Si tratta di una malattia che agisce in modo progressivo e con il passare del tempo tende a diventare cronica. Sono numerosissime le persone colpite dall’artrite reumatoide, di cui una percentuale più grande è costituita dal sesso femminile. Non c’è un’età specifica in cui la malattia può manifestarsi, ma è stato rilevato che solitamente tende a presentarsi per la prima volta nelle persone che rientrano in una fascia di età che va dai venticinque ai quarantacinque anni. Non sono ancora del tutto chiare le cause che determinano l’artrite reumatoide, nonostante gli studi si stiano muovendo da tempo in questa direzione. Quello che per ora è certo è che il sistema immunitario ha la sua buona parte di responsabilità. Ma vanno annoverate anche altre cause che sono alla base della comparsa dell’artrite reumatoide. Tra queste i fattori ambientali e una componente ereditaria. Per alcuni ricercatori potrebbero concorrere anche dei fattori ormonali, e questo spiegherebbe anche perché ad essere maggiormente colpite dall’artrite siano, come abbiamo detto, proprio le donne. I sintomi cambiano da paziente a paziente e, in taluni casi, anche nello stesso paziente i sintomi tendono a cambiare di giorno in giorno.


Ma comunque i sintomi sono di solito facilmente riconoscibili: al dolore delle articolazioni colpite si accompagna gonfiore, arrossamento, irrigidimento ed una conseguente difficoltà di movimento. Diversi gli esami diagnostici che permettono di rilevare la presenza dell’artrite reumatoide. Il medico potrà evidenziarla tramite esami di laboratorio, mentre attraverso i raggi X e un’ecografia articolare potrà valutare il livello di deterioramento ed infiammazione delle articolazioni. L’artrite reumatoide, a seconda dei casi, verrà curata in maniera diversa. Ma una terapia farmacologica ed una riabilitazione mirata sono tra i modi più efficaci per combatterla, mentre nei casi più gravi si può ricorrere ad interventi chirurgici.

giovedì 1 marzo 2012

Scoliosi

Che cos’è?
La colonna vertebrale in condizioni normali dovrebbe trovarsi nel giusto mezzo del corpo. La sua deviazione verso destra o sinistra prende il nome di scoliosi. Se questa deviazione non è congenita, ma dovuta solo a un atteggiamento sbagliato. A una cattiva posizione tenuta dal bambino, si parla di “atteggiamento scoliotico” o di “scoliosi scolastica”. La colonna vertebrale di norma non è perfettamente dritta, ma forma delle curve; sporge leggermente tra le scapole, s’infossa ai lombi. Queste curve naturali a volte posso essere accentuate provocando brutti vizi di posizione, che se non vengono corretti in tempo, possono trasformarsi in vere e proprie alterazioni scheletriche. Nell’età della scuola il controllo dei genitori deve essere vigile e costante perché coltivare la mente non deve significare deformare il corpo.

Le cause?
La scuola è la grande accusata: false posizioni in banchi spesso irrazionali o di misura sbagliata per il bambino, peso dei libri portati negli zaini, cattiva illuminazione per cui egli legge o scrive piegato, sono le cause di questa disarmonia.
La costituzione e, quindi, i fattori ereditari sono in gran parte responsabili di queste alterazioni del portamento. La scienza ha progredito molto in questi anni e ha trovato i rimedi adatti per combattere questo difetto; così si è stabilito che l’alimentazione ha grande importanza nello sviluppo armonioso. La deficienza nella dieta di sostanze, come le proteine e le vitamine, è causa di molte alterazioni. Il bambino rachitico, ad esempio, presenta ossa molto molli, muscoli senza forza, legamenti più deboli. Anche i disturbi legati al sistema ghiandolare e al ricambio possono influire; i bambini obesi, oppure troppo magri e longilinei presentano spesso queste disarmonie. Un rapporto è stato trovato tra dorso curvo e adenoidi; queste, come tutte le condizioni che ostacolano una normale respirazione, non favoriscono certo lo sviluppo del torace. Ma soprattutto nuociono i metodi di vita sbagliati; un bambino che conduce una vita troppo chiusa, sedentaria, priva di luce o di sole, senza movimento, sarà facilmente vittima di questa patologia. Anche l’esercizio fisico irrazionale però può essere nocivo. Oggi, ad esempio, tra pallone, pattini a rotelle, bicicletta, i ragazzi esercitano nei giochi quasi sempre le gambe, mentre il torace e le braccia vengono adoperati poco; il nuoto, il tennis, sport completi, permettono uno sviluppo più armonico di tutto il corpo. 

Sintomi
I sintomi della scoliosi sono simili a quelli dell’atteggiamento scoliotico e consistono in dolori localizzati più o meno intensi. La diagnosi distintiva è fatta dal medico mediante il Test di Adams.

Come si cura?
Date a vostro figlio un’alimentazione equilibrata e ricca di vitamine, una passeggiata quotidiana, una vita di movimento, giochi e sport razionali, un equipaggiamento per la scuola adatto alla sua statura e alla sua età. Sorvegliate la sua struttura, il suo portamento, e i suoi movimenti senza farne un’ossessione per voi e per lui. Se avete qualche dubbio oltre al controllo del pediatra, chiedete un controllo del medico ortopedico. Qualche ora alla settimana di ginnastica medica, qualche esercizio sportivo eseguito dietro indicazione esatta, ricondurranno vostro figlio alla forma migliore.

Psoriasi

La psoriasi è una malattia della pelle che provoca desquamazione e infiammazione. Si può anche avvertire dolore, gonfiore, sensazione di calore nella zona e  diversa colorazione della pelle, di solito rosa-rossastra. La psoriasi si sviluppa solitamente su gomiti, ginocchia, gambe, cuoio capelluto, parte bassa della schiena, viso, mani e piante dei piedi. Può anche apparire in altri luoghi, come nelle unghie, nei piedi, nei  genitali e addirittura all'interno della bocca.

Chiunque può sviluppare la psoriasi, ma si verifica più spesso negli adulti. In alcuni casi le persone affette da psoriasi presentano una storia familiare con questa malattia. Alcuni geni sono stati collegati alla malattia. La psoriasi ha inizio con un disordine nel sistema immunitario. Questo interessa principalmente i globuli bianchi detti Linfociti T, quelli responsabili alla protezione del corpo da infezioni e malattie. Nella psoriasi questi linfociti si attivano in modo inappropriato causando problemi alla pelle.

Alcuni fattori esterni possono scatenare un peggioramento nei sintomi della psoriasi. Tali fattori possono includere: infezioni, stress psicologico, cambiamenti climatici che asciugano la pelle e alcuni farmaci. Per diagnosticare la psoriasi il medico esaminerà un piccolo campione della pelle al microscopio.  Il trattamento per la psoriasi dipende dalla gravità della malattia e dalle dimensione delle placche di psoriasi.

Il trattamento dei sintomi della psoriasi include per lo più farmaci di tipo topico o locale, consiste quindi nell’uso di creme e unguenti che sono volti a ridurre l'infiammazione. Una terapia oggi abbastanza usata per la cura della psoriasi è la fototerapia. Essa utilizza la luce ultravioletta del sole o la luce ultravioletta artificiale come cura. Queste cure possono includere fototerapia con UVB, oppure con UVA e farmaci psoraleni, questa terapia è anche detta fotochemioterapia o PUVA terapia. Il trattamento PUVA utilizza una combinazione di luce ultravioletta con un farmaco che sensibilizza la pelle alla luce. I rischi di queste terapie riguardano l’insorgenza di tumori cutanei, quindi le terapie vanno effettuate sotto stretto controllo medico.

mercoledì 22 febbraio 2012

Aneurisma cerebrale

Un aneurisma cerebrale è un difetto dei vasi sanguigni o delle arterie presenti nel cervello. Le vene formano dei rigonfiamenti di forma sacculare o allungata. Le cause di un aneurisma celebrale sono varie. Normalmente questi aneurismi sono congeniti, ovvero già presenti alla nascita, ma in alcuni casi sono conseguenza di tumori, traumi o infezioni. Un aneurisma può restare invariato per tutta la vita, in altri casi invece può causarsi una frattura dovuta all’indebolimento della parete arteriosa dell’aneurisma, con conseguente emorragia.

Esistono malattie che predispongono allo sviluppo di aneurismi, come ad esempio: malattia del rene policistico, sindrome di Marfan, displasia fibromuscolare… Alcuni fattori che accrescono il rischio di sviluppare un aneurisma cerebrale sono: il fumo, l’ipertensione e l’assunzione di alcuni farmaci, come quelli per il controllo delle nascite.

I sintomi dell’aneurisma non esistono fino a che non si verifica una rottura aneurismatica, in tal caso l’entità dei sintomi dipenderà dalle dimensioni e dalla posizione del sanguinamento. I sintomi vanno da un semplice stato di irritazione meningea alla morte improvvisa. Il quadro di emorragia meningea è caratterizzato da fortissimo mal di testa, prevalentemente di tipo occipitale, con possibile presenza di torcicollo, nausea, vomito e visione offuscata o doppia. La rottura dell’aneurisma si può anche verificare come un ictus, con tutti i sintomi che procura quest’ultimo. Il trattamento dell’aneurisma inizia con una radiologia (TAC) ed eventualmente un’angiografia. Si prosegua solitamente col somministrare acido tranexamico e con dei calcioantagonisti (nimodipina). L'edema cerebrale si tratta con diuretici osmotici. Il trattamento dell’aneurisma cerebrale include quasi sempre la neurochirurgia. Questa procedura consiste nel clippaggio, ovvero nel chiudere la base dell'aneurisma con delle graffette e dei punti di sutura che impediscono il flusso del sangue attraverso l’aneurisma. In altri casi, un'alternativa alla chirurgia può essere quella di inserire delle bobine speciali o stents (endoprotesi vascolari) nell’aneurisma attraverso le arterie, causando la formazione di un coagulo che prevenga ulteriori emorragie. Questo metodo è considerato meno invasivo della chirurgia del cervello e in determinate circostanze è ritenuta la miglior forma di trattamento.

Amniocentesi

L’amniocentesi è un test effettuato durante la gravidanza. Esso consiste nel rimuovere una piccola quantità di liquido amniotico dal sacco che circonda il feto, con lo scopo di verificare la presenza di difetti del feto alla nascita e problemi cromosomici. L’amniocentesi si esegue generalmente tra la 16° e la 18° settimana di gestazione, l’amniocentesi tardiva può eseguirsi dopo la 20° settimana.

L'amniocentesi viene effettuata in ambiente ambulatoriale ospedaliero. Il medico provvede a trovare l'esatta posizione del bambino grazie all'esecuzione di un’ecografia. Una volta pulita la pelle sulla zona addominale della madre è possibile applicare un farmaco paralizzante, ovvero un anestetico locale. Dopo di che il medico inserisce un ago lungo e sottile attraverso l'addome fino all’interno dell’utero. Il medico aspira una piccola quantità di liquido dal sacco amniotico, il quale è pieno del fluido che circonda il feto.

Il test prevede che la madre abbia la vescica piena affinché l'ecografia riesca al meglio. Non ci sono restrizioni su cibi o bevande da non assumere. Prima dell’amniocentesi è necessario prelevare un campione di sangue per determinare il gruppo sanguigno e il fattore Rh. L’amniocentesi non è particolarmente dolorosa, si può semplicemente avvertire un dolore acuto della durata di pochi secondi quando l’ago entra nel grembo.

L’amniocentesi è in grado di verificare anomalie cromosomiche come: anencefalia, sindrome di Down, malattie ereditarie metaboliche, spina bifida e altri problemi strutturali. A gravidanza più avanzata il test può essere utilizzato per identificare problemi quali infezioni e incompatibilità Rh.

A volte questo test viene fatto alla fine della gravidanza per determinare se i polmoni del bambino sono abbastanza sviluppati qualora sia necessario un parto prematuro.

I rischi dell’amniocentesi non sono alti, comunque in alcuni casi possono comportare infezioni o lesioni al bambino, aborto spontaneo, fuoriuscita di liquido amniotico o sanguinamento vaginale. In casi di amniocentesi tardiva si possono verificare casi di travaglio o parto prima del termine.